COSA VEDERE
Le spiagge di Abbadia Lariana
Abbadia Lariana vanta un meraviglioso camminamento a lago con spiagge fruibili e parchi con ampie aree prato attrezzate con servizio docce, servizi igienici, bar, aree gioco per bambini.
Le spiagge presentano aree libere ed aree attrezzate con servizio di noleggio lettino ed ombrellone ed attività sportive (noleggio kayak e campo da beach volley).
La location offre uno scenario suggestivo con le ampie spiagge che scendono dolcemente nel lago dalle acque chiare e limpide, quasi bianche alla riva, che sfumano nel verde smeraldo dato dai riflessi delle montagne.
In questo luogo potrete concedervi momenti di relax e divertimento
Il territorio lombardo vide, dal Cinquecento in poi, un crescendo di attività legate alla seta: allevamento di bachi, filatura dei bozzoli, torcitura e tessitura.
Sul ramo lecchese del lago di Como, ad Abbadia Lariana, vi è una fabbrica per torcere il filo di seta, conservata come era a metà ottocento e trasformata in museo.
Conservata, restaurata e arricchita con materiali coevi di altri filatoi ora scomparsi, dal 1998 è diventata il Civico Museo Setificio Monti.
Contiene uno dei più grandi torcitoi funzionanti in europa
Per visite virtuali:
Scoprite un assaggio dei nostri contenuti con questo tour virtuale, un progetto del Sistema Museale della provincia di Lecco:
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Eretta ai piedi del Monte Borbino, la presenza della piccola chiesa di San Martino venne registrata già nel XIII secolo, ma le sue origini sono ben più antiche. Rinnovato nel 1400, l’edificio presenta oggi una pianta rettangolare a una sola navata a copertura lignea, con capriate a vista. Sulla parete in fondo, l’apertura ad arco ogivale apre l’accesso all’abside, coperto da una bellissima volta a crociera costolonata, chiusa in centro da una chiave circolare con orlatura torica.
La chiesa in origine presentava diversi affreschi dedicati a San Martino e alla Madonna, opere trafugate nel corso del tempo. Di queste, rimangono ancora alcune testimonianze fotografiche. Di recente è entrata a far parte del Sistema museale provinciale.
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Risalente al IX secolo, la chiesa di San Bartolomeo che sorge in frazione Castello è una delle più antiche costruzioni religiose del paese. In origine più piccola della costruzione attuale, subì diversi interventi nel corso dei secoli: nel 1700 venne ampliata con l’aggiunta di sagrestia, campaniletto, cimitero e volta a botte e vele.
Sconsacrata nel 1970, gli ultimi interventi di restauro hanno portato al ripristino dell’edificio, oggi sito espositivo e museale.
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La chiesa di San Lorenzo sorge sul lungolago di Abbadia Lariana a pochi passi dalle acque del lago di Como. Edificata nel XIII secolo per volere dell’Ordine dei Padri Serviti, la chiesa fu costruita sui resti dell’antica Abbazia Benedettina e dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio, l’edificio si presentava a unica navata e di ridotte dimensioni.
Nel XVIII secolo la chiesa fu intitolata a San Lorenzo, nel 1888 venne ampliata e completamente ristrutturata, ai lati dell’edificio furono aggiunte due navate, furono ampliati i muri e alzato il soffitto, nel 1915 gli interni furono affrescati dal pittore Luigi Tagliaferri (1841- 1927). Al centro della volta il Tagliaferri affrescò il martirio di San Lorenzo, sono ben visibili gli angeli che sollevano il Santo verso il Paradiso, sui pilastri che sorreggono la volta, sono raffigurati i dodici apostoli, altri splendidi affreschi si possono ammirare nella conca absidale e sopra l’organo.
Nel Coro della parrocchia, completamente pavimentato con marmo rosa è posto l’Altare Maggiore, si tratta di un pregevole monumento ligneo del XVII secolo, ai lati dell’altare troviamo due quadri del pittore Buzzoni raffiguranti la vita di San Lorenzo. Di sicuro interesse i due grandi quadri posti ai lati della porta d’ingresso della parrocchia, sono due tele del XVII secolo, raffiguranti la devozione per Sant’Agostino.
Recenti lavori di restauro del soffitto e degli interni, hanno contribuito in maniera efficace alla conservazione e al mantenimento di questo pregevole edificio. Di fianco alla chiesa di San Lorenzo è ancora visibile il Chiostro dell’antica Abbazia Benedettina, nelle vicinanze del parco di Chiesa Rotta si possono osservare alcuni resti della primitiva chiesa parrocchiale intitolata a San Lorenzo.
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Nella parte a lago è presente una passerella che costeggia la sponda per quasi 2 km offrendo la possibilità di una suggestiva camminata a sfioro sulle acque in contesto naturalistico di grande bellezza.
Originario dell’Asia, il gelso, in latino Morus, è la pianta utilizzata negli allevamenti di baco da seta per l’alimentazione del prezioso insetto, il quale si nutre esclusivamente delle sue foglie. Indispensabile per le famiglie contadine del territorio, il gelso del molo è forse l’esemplare più antico del paese.
La seta è una delle fibre tessili più antiche al mondo (prodotta fin dal XXVII secolo a.C.), nata dalla tradizione cinese e importata in Europa grazie ai Mori, in Spagna. Introdotta nel XII secolo in Italia, nel corso del XIII secolo il nostro Paese ne diventò il maggior centro di produzione dell’Occidente.
Con l’importazione del baco, venne portata in Europa anche la pianta le cui foglie rappresentano l’unico sostentamento dell’insetto. I bachi da seta hanno un notevole appetito: mangiano le foglie di gelso in continuazione, notte e giorno, crescendo molto velocemente.
Il baco è una specie di falena asiatica che, prima di trasformarsi in farfalla, si chiude nel bozzolo da cui viene filata la seta.
Dalle viscere della terra
Tempo: 1:00 ora
Difficoltà: l’escursione è adatta a tutti, bambini compresi, il percorso si sviluppa su mulattiera e sentiero agevole e poco faticoso.
L’itinerario offre ampie vedute sul lago e dolci pendii coltivati a ulivi, alberi da frutta e orti. Man mano che si sale lungo il selciato i rumori della pianura si fanno via via sempre più lontani scomparendo lentamente nella quiete dei boschi.
In poco tempo si raggiunge il piccolo e caratteristico borgo di Calech famosa per il suo “pratone”, dove vale la pena fermarsi per ammirare il panorama della Grigna Meridionale con la sua elegante Cresta Segantini e le montagne del versante comasco.
Nell’ultimo tratto il sentiero si fa più aspro e sassoso ma dopo solo un centinaio di metri l’ARRIVO!
Lo spettacolo è notevole, accompagnato dal fragore assordante delle acque che precipitano dall’alto con un salto di 50 mt.
Le imponenti pareti rocciose scavate dall’acqua nel corso dei millenni suggeriscono un’immagine primordiale di fronte alla quale ci si sente piccolissimi.
Questo luogo circondato dalla natura selvaggia è un gioiello nascosto nel cuore della Grigna, oasi di pace tranquillità.
La sorgente del torrente Zerbo si trova ai piedi della Grigna Meridionale, detta Grignetta, in località Colonghelli. Scorrendo verso valle, il piccolo torrente si ingrossa lentamente nel suo letto, detto alveo, attraversando aree boschive dove forma piccole cascate e gole. La lunghezza totale è di 5,4km.
A metà del suo percorso, il torrente Zerbo dà origine alla Cascata del Cenghen, per poi terminare la sua corsa nel Lago di Como.
Dal torrente Zerbo prende vita la Roggia, il canale che attraversa il paese, le cui acque in passato venivano utilizzate come forza motrice dell’industria serica. Nella sua parte a monte è presente una derivazione del corso destinata alla produzione di energia idroelettrica, costruita in origine dall’azienda Moto Guzzi.
Curiosità: lo Zerbo non è un torrente da sottovalutare. Nel passato, a seguito di un probabile evento franoso, deviò il suo corso. Ai tempi infatti sfociava nella zona denominata “Poncia”, la ‘punta’, dove oggi si trova il parco Ulisse Guzzi.
La frazione Mulini è caratterizzata dal passaggio della Roggia, un canale artificiale di modesta portata che prende vita dal torrente Zerbo. In passato le sue acque erano utilizzate per l’alimentazione dei mulini e delle ruote idrauliche, forza motrice nell’industria serica.
I mulini della frazione erano impiegati principalmente per la produzione di farina, cui si affiancavano le mole per l’affilatura degli attrezzi agricoli come falci, scuri e roncole.
Uscendo dalla frazione Mulini, le acque della Roggia continuano il loro corso fino al centro cittadino, dove alimentano le grandi ruote del Museo setificio Monti.
La località Mulini, fino al 1928 (anno di nascita dell’odierna Abbadia Lariana), faceva parte del Comune di Abbadia Sopr’Adda insieme al centro, Cascina San Bartolomeo e Borbino.
La frazione Borbino è un piccolo centro di Abbadia Lariana, che fu di grande importanza nel passato. La più antica delle tre chiese presenti nell’abitato risale al XIII secolo.
Il luogo simbolo di questa frazione è il grande lavatoio posto di fronte alla chiesetta della Madonna della neve: luogo di aggregazione per le donne del tempo che qui si ritrovavano per fare il bucato, il lavatoio della frazione Borbino venne utilizzato per lavare i panni fino agli anni Sessanta.
In epoca recente, grazie all’opera di volontari residenti nella località (i cosiddetti “burbinatt”), l’acqua del lavatoio è tornata a scorrere proprio come in passato.
Abitato di impianto romanico, Linzanico in passato fece parte del Ducato di Milano. Divenuta comune nel corso del XVIII secolo, fece parte della provincia di Como per diversi anni, per poi essere annessa al comune di Mandello con decreto regio di Napoleone (1809).
Con il ritorno degli austriaci, il comune di Linzanico venne ripristinato. Lo componevano i nuclei abitativi di Novegolo, Linzanico, Crebbio, Lombrino e Zana, quelle che oggi chiamiamo “frazioni alte”. L’unione definitiva con Abbadia Lariana avvenne nel 1928 con Decreto Regio durante il regime fascista.
Dei tempi passati, a Linzanico rimangono ancora alcuni edifici risalenti al 1700. Dalla frazione è possibile iniziare l’itinerario per raggiungere la cascata del Cenghen.
Piccolo borgo di origine medievale sorto sul pendio della collina adiacente al centro di Abbadia Lariana, era dotato di un sistema difensivo del territorio proprio per via della sua posizione strategica. A testimonianza del passato, rimane oggi una casatorre.
Al centro dell’abitato si trova la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate. La costruzione attuale è il risultato di modifiche avvenute nei secoli, l’ultima delle quali risalente il XVII secolo. Durante questi lavori di ristrutturazione alcun dipinti andarono distrutti, ma oggi è ancora possibile ammirare un’opera databile alla metà del XVII secolo: si tratta di un olio su tela che raffigura il territorio della parrocchia, nel quale è facilmente riconoscibile la chiesa di San Giorgio.
Nella chiesa di Sant’Antonio Abate, la domenica più prossima al 17 gennaio di ogni anno, si tiene la festa patronale durante la quale viene celebrata la tradizionale messa di benedizione degli animali.
L’abitato prende il nome dalla chiesa dedicata al Santo, realizzata per voto nel 1836, per opera degli abitanti scampati alla terribile epidemia di colera di quell’anno: grazie alle donazioni dei fedeli, alle elemosine e ai lasciti testamentari dei cittadini, i lavori si conclusero in breve tempo e la chiesa fu benedetta nel 1856.
Al suo interno, costituito da un’unica navata, si trovano l’altare di marmo bianco e nero, la statua lignea raffigurante San Rocco e diversi quadri tra i quali si segnala la rappresentazione di San Carlo tra San Pietro Martire e Sant’Alessio.
Camminare con calma, contemplare, riflettere
Tempo: 3:30 ore (Abbadia a Lierna)
Difficoltà: questo itinerario è adatto a tutti grandi e piccini, un’ottima idea per passare una giornata in famiglia all’insegna della natura e della scoperta del territorio, la primavera e l’autunno sono stagioni ideali per ammirare l’incanto di questi luoghi.
Il Sentiero del Viandante è un percorso escursionistico di circa 45 km disegnato lungo la sponda orientale del Lago di Como, da Abbadia Lariana a Piantedo. In passato era la via pedonale che permetteva la comunicazione e il commercio da borgo a borgo. Il sentiero del viandante è attrezzato e ben segnalato lo si può suddividere a tappe, grazie alle sue frequenti intersezioni con la linea ferroviaria Lecco-Colico è possibile percorrere una tappa alla volta ritornando in treno al punto di partenza. Si tratta in sostanza di una lunga passeggiata con piccole salite che permettono di raggiungere splendide balconate panoramiche.
La prima tappa che collega Abbadia a Lierna ci mostra l’incanto di questo itinerario, ricco di singolarità geologiche e botaniche oltre che artistiche e culturali: le testimonianze della fede popolare come l’antica e bella chiesetta di S. Giorgio; le case-torri del periodo medievale che testimoniano il sistema difensivo del Lario come la torre del Barbarossa; i preziosi ritagli di campi, vigne, oliveti, casali e piccole borgate aggrappate alla pendice della montagna che fanno da avamposto alle Grigne.
I Piani Resinelli, situati sulle Prealpi Lombarde, sono adagiati su una grande sella ai piedi del Gruppo delle Grigne e si estendono sui Comuni di Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Ballabio e Lecco; dalla loro posizione privilegiata si può godere di un’incomparabile vista che spazia dalle Alpi Retiche fino al Monte Rosa, dominando la pianura sottostante, il lago di Lecco ed i bacini dell’Alta Brianza. Il Massiccio delle Grigne, situato sulla sponda orientale del Lago di Como, tra Lecco e Bellano, è raggiungibile attraverso diversi percorsi con partenza dai Piani Resinelli; di grande attrattiva paesaggistica, geografica e geologica, nonché rinomata palestra di roccia, esso può considerarsi uno dei rilievi più importanti a pochi chilometri (circa sessanta) dalla città di Milano. I Piani Resinelli toccano la quota media di 1300 metri sul livello del mare, e si raggiungono in pochi minuti di automobile (circa trenta) dalla cittadina di Lecco, seguendo le indicazioni per la Valsassina, e passando per il paese di Ballabio.
Direttissima Abbadia – Piani Resinelli
(Sentiero 4)
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La piccola Chiesa di San Giorgio, si raggiunge attraverso il Sentiero del Viandante.
L’origine dell’ edificio è molto antica: S. Giorgio è di probabile fondazione alto medioevale. Ha una struttura a capanna , con belle capriate lignee a vista, con murature e monofore del sec. XIII; l’ ampio arco trionfale ad ogiva e il presbiterio a volta con costoloni rappresentano un adattamento dei primi decenni del Quattrocento. Si tratta di una architettura molto essenziale, che si rintraccia su tutta la Riviera del lago nei tempietti medioevali.
Particolarmente incantevole l’interno per il raro ciclo di affreschi, che copre gran parte delle pareti, l’arco trionfale e il fondo del presbiterio , con il Cristo nel Giudizio Finale e Santi, il Limbo, la Risurrezione dei buoni; i Dannati, intorno all’enorme re dell’ lnferno. Questi affreschi vengono collocati negli anni 1475 – 1485. Inoltre sono dipinti busti di profeti e una Crocifissione e alcuni riquadri con la Madonna in trono con S. Bernardino, i santi Nicola Tolentino e Antonio abate, i santi Bernardo e Rocco, il peccato primordiale di Adamo ed Eva.
La Torre di Maggiana detta del “Barbarossa”, una delle meglio conservate nel territorio lecchese, è situata in suggestiva posizione nel centro abitato di Maggiana, nel territorio del Comune di Mandello del Lario.
Con la sua mole quadrata svetta in posizione dominante verso il lago, a controllo della Strada Ducale della Riviera e in rapporto con il sistema di fortificazione della costa orientale del Lago di Como.
La sua collocazione era strategica nei confronti anche di altri percorsi che conducevano verso la vicina Val Meria e i Piani dei Resinelli, ove si trovavano zone di pascolo e miniere.
Benché più volte rimaneggiata, la Torre risale al secolo XII ed è forse da porre in relazione con i signori di Mandello.
Verso il 1800 la torre divenne di proprietà di Francesco Alippi che la restaurò, ornando la sommità con un terrazzo.
Il 5 maggio 1828 un muratore rinvenne al primo piano una lapide di granito annerita dal fumo. Vi era scritto:
“Frideric-Imperat-German hic tutus quievit – Anno 1158” (Federico, imperatore di Germania, qui sicuro riposò – anno 1158).La sua denominazione risale quindi a questo fatto.
La tradizione ricorda un castello, collocato su un pendio non lontano, nella parte settentrionale del borgo.